Ancona, 13 Lug 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Giusy Federici – Filottrano non dimentica i “suoi” ragazzi della Nembo dopo 74 anni della battaglia. (Segue articolo). – Sono passati 74 anni dalla battaglia di Filottrano, ma quei paracadutisti della divisione Nembo, morti per salvare la popolazione civile chiusa tra l’incudine dei tedeschi e il martello degli alleati, di quei ragazzi se ne percepiva la presenza, durante la commemorazione, il 7 luglio, organizzata come ogni anno dall’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia Anpd’I di Ancona e dal comune della cittadina nelle Marche.
Sembravano tutti lì, a rispondere “Presente!” ogni volta che venivano evocati, magari – chissà… – tra un sorriso e una battuta goliardica tipica dei parà.
Filottrano non dimentica i “suoi” ragazzi della Nembo e quel ricordo non è un mero dovere istituzionale, ma è sentito, partecipe, commosso, grato.
Tra le testimonianze dirette riportate dallo storico Giovanni Santarelli (che è anche il curatore del museo dedicato a quegli eventi, che andrebbe visitato per l’accuratezza e la ricerca sul campo), nel libro “La battaglia di Filottrano”, c’è quella di Danilo Borsini, che ai tempi era un ragazzino.
Sfollato con la famiglia a 3 chilometri da Filottrano, vide sbucare dalla collina degli uomini armati. Era il 7 luglio del 1944. Quegli uomini erano paracadutisti. Uno di loro, a un tratto, “fece una strana richiesta: voleva il necessario per radersi…”, racconta.
Il paracadutista prese una cassa di legno, di quelle che i contadini usano durante la vendemmia, la capovolse e iniziò a radersi, cantando sottovoce. Il giovane lo guardava. “Ad un tratto gli chiesi: Perché ti fai la barba? E lui, senza scomporsi: per andare a morire!…”. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/mondo-militare/filottrano-7-luglio-2018