Suicidi: Guardia di Finanza, stress e disagi

Roma, 12 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Eliseo Taverna – da Dott.ssa Giovanna Ezzis, psicologa psicoterapeuta. Leggiamo di seguito. – Ho appreso come tutti la notizia degli ultimi due suicidi nella Guardia di Finanza ed il mio cordoglio è rivolto alle loro famiglie e a tutte le Fiamme Gialle, compresi gli irriducibili che credono che basti indossare la divisa grigio verde ed avere in dotazione una pistola per essere dei “rambo” che non crolleranno mai e guardano con sospetto i colleghi
“sfortunati”.

Ho una notizia per loro; il suicidio è generalmente il risultato dell’interazione di molti fattori che attraverso l’agire intenzionale di autolesionismo porta al decesso. Numerose situazioni di vita possono esporre le persone ad un maggior rischio di ideazione e di comportamento suicidario.

Qualche tempo fa parlando con un comandante della GdF delle problematicità emotive nelle caserme e dei possibili interventi da mettere in atto, mi ha colpito una sua domanda: mi ha chiesto “….perché nessuno pensa mai a noi ufficiali comandanti, che dobbiamo saper ascoltare il disagio dei nostri uomini e spesso non abbiamo le risposte
da dare perché ci manca il confronto?”.

Ho apprezzato molto la semplicità e la capacità empatica di questo ufficiale capace di mettere in discussione se stesso ed il proprio operato. Oggi ho potuto osservare con interesse che da parte del Corpo della Guardia di Finanza c’è una maggiore attenzione verso gli ambienti dove operano i militari, tanto da aprire le caserme ad operazioni rivolte al benessere degli uomini.

Questo non soltanto è meritevole ma è la dimostrazione che siamo in presenza di un Corpo di Polizia Economica Finanziaria moderno con una vocazione sociale, aperto alle nuove modalità operative in materia di gestione del personale.  L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.sicurezzacgs.it/grido-dolore-delle-fiamme-gialle/

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