Roma, 17 Feb 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Antonio Cosenza – Il taglio della rivalutazione ha comportato un’importante perdita per milioni di pensionati. Segue. – Pensioni: negli ultimi anni i vari Governi hanno spesso effettuato un piccolo taglio degli assegni applicando una stretta all’indicizzazione, ossia a quel meccanismo che annualmente adegua gli importi delle pensioni alla variazione dell’indice dei prezzi del paniere FOI.
Obiettivo della rivalutazione delle pensioni – descritta originariamente dalla legge 388/2000 – è di non far perdere potere d’acquisto agli assegni con il passare degli anni.
Tuttavia il meccanismo di indicizzazione descritto dalla suddetta legge è stato più volte oggetto di restrizioni: l’ultima è quella applicata nel 2019 per finanziare la riforma delle pensioni che ha visto l’introduzione di Quota 100 e con la quale sono stati penalizzati gli assegni sopra ai 1.500,00€ lordi.
Si è trattato di tagli quasi impercettibili nella maggior parte dei casi, ma se sommati formano una cifra molto alta. Come spiegato dalla UIL, ad esempio, milioni di pensionati a causa della stretta dell’indicizzazione perdono circa una mensilità ogni anno; un allarme che ha suscitato molto clamore tra i nostri lettori e che per questo abbiamo deciso di approfondire ulteriormente.
Di seguito, infatti, trovate una tabella dov’è indicata la differenza che c’è tra l’importo della pensione che sarebbe stata riconosciuta applicando regolarmente le regole descritte dalla legge 388/2000 e quelli attuali (soggetti quindi ai vari tagli).
Tagli delle pensioni: chi ha perso di più? Come noto, i tagli al meccanismo della rivalutazione hanno penalizzato maggiormente coloro che hanno una pensione di medio-alto valore. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.money.it/pensioni-taglio-assegni-chi-perso-piu
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