Cagliari, 15 Feb 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di E. F. – Alle spalle aveva otto missioni, tra Afghanistan e Bosnia, della durata media di sei mesi ognuna, svolte dal 1995. Segue. – Al ministero della Difesa non basta più affermare che “non esiste un nesso di causa-effetto” tra il servizio prestato e i tumori dei militari per non pagare risarcimenti e indennizzi.
Deve dimostrare l’inesistenza, se proprio non vuole pagare. E documentare analiticamente quello che afferma. L’orientamento giurisprudenziale è cambiato, prima al Consiglio di Stato e adesso anche al Tar della Sardegna, che ha accolto il ricorso di un soldato sardo del 151° Reggimento Fanteria (Brigata Sassari) che, attraverso lo studio legale Longheu-Fazio di Macomer – aveva chiesto il riconoscimento della causa di servizio per “formazioni linfonodali colliquate o di tumore di Whartin”.
Il male lo aveva colpito vicino all’orecchio. Alle spalle aveva otto missioni, tra Afghanistan e Bosnia, della durata media di sei mesi ognuna, svolte dal 1995.
Era fuciliere assaltatore. Nel ricorso si legge che “ha svolto attività di pattugliamento di medio-lungo raggio, in territori e centri urbani rasi al suolo dai bombardamenti e contaminati da esalazioni, venendo a contatto con rifiuti tossici derivanti dalla combustione ed ossidazione dei metalli pesanti causati dall’impatto e dall’esplosione delle munizioni utilizzate per le operazioni belliche;
negli stessi periodi ha dovuto alloggiare all’interno di edifici dismessi costruiti con materiali di amianto e in pessime condizioni igienico-sanitarie, nonché privo di idoneo abbigliamento protettivo e delle attrezzature necessarie a evitare il contatto e l’inalazione di sostanze nocive e agenti radioattivi;…L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.youtg.net/primo-piano/22999-i-giudici-bastonano-la-difesa-che-nega-l-indennizzo-a-un-militare-sardo-malato-di-tumore
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