Roma, 14 agosto 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Per i dipendenti pubblici e militari, il TFS diventa un’avventura nel caso in cui si chiede alle banche l’anticipo. Interessi troppo alti, per due anni sono 2000 euro di interessi.
I tassi di interesse applicati dalle banche sugli anticipi del Tfs ai dipendenti pubblici rimangono a livelli insostenibili. Ad agosto il rendistato generale, l’indice sulla base del quale gli istituti di credito calcolano il tasso, si è posizionato sopra il 3,5%, un gradino sotto rispetto al 3,7% di giugno e uno sopra in confronto al 3,4% di gennaio. Tenuto conto che il tasso di interesse applicato dalle banche su questi tipi di prestiti è il frutto della somma del rendistato e di uno spread dello 0,4%, per 45 mila euro di anticipo la “tassa” da versare si aggira ora mediamente attorno ai 1800 euro.
La beffa
Fino a qualche mese fa l’Inps anticipava il Tfs ai dipendenti pubblici a un tasso di interesse dell’un per cento. Adesso che l’istituto ha chiuso il rubinetto delle erogazioni, gli statali cessati dal servizio che non vogliono o non possono aspettare anni prima di ricevere i soldi della liquidazione, devono per forza rivolgersi alle banche. La sentenza con cui la Consulta a giugno del 2023 ha chiesto al parlamento di intervenire, in quanto il pagamento differito della liquidazione ai dipendenti pubblici va contro i principi della Carta, è rimasta inascoltata. Le proposte di legge avanzate nei mesi scorsi in Parlamento per sciogliere questo nodo si sono abbattute contro il muro della Ragioneria generale dello stato. Un muro con sopra scritto: «Non ci sono le coperture».
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