Roma, 7 giugno 2025 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – L’anticipo del TFS chiesto in banca costa di più, triplicati i tassi e diventa poco conveniente, intanto il pagamento da parte dell’inps è ancora differito in due anni.
Due anni fa la Corte Costituzionale, con sentenza n.130 depositata il 23 giugno 2023, dichiarava anticostituzionale il differimento e la rateizzazione del Tfr e del Tfs dei dipendenti pubblici, in quanto in contrasto con il principio della giusta retribuzione, contenuto nell’articolo 36 della Carta. Sono passati 5 anni invece da quando le banche hanno inizato ad anticipare agli statali i soldi della liquidazione, a tasso agevolato e fino a 45mila euro: i primi finanziamenti hanno ottenuto semaforo verde nell’estate del 2020. Ma la sentenza della Consulta, dopo due anni, ancora non ha fatto breccia. E il tasso applicato dalle banche sui prestiti ai dipendenti pubblici, oggi, non ha più nulla di agevole.
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