Trenta voleva diventare 007 ma non passò i colloqui psico-attitudinali

Roma, 17 Nov 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Luca Fazzo – Bocciata al test: non idonea, poi diventò Ministro. Segue. – Era proprio una love story, quella tra i servizi segreti e la Link Campus, l’università romana fucina dei politici del Movimento 5 Stelle finita al centro dello scandalo del Russiagate.

Dopo le rivelazioni sul ruolo nel complotto anti-Trump del professor Jospeh Mifsud, ormai irreperibile da tempo, ora salta fuori un dettaglio che riguarda la più nota tra gli esponenti grillini formatisi nell’ateneo fondato dall’ex ministro degli Interni Vincenzo Scotti. Si tratta di Elisabetta Trenta, laureata alla Link e nominata ministro della Difesa nel governo Conte 1.

Che la Trenta avesse contatti nel mondo dell’intelligence per via familiare era noto: suo marito è un ufficiale dell’esercito che ha lavorato a lungo alle dipendente del generale Giovanni Caravelli, attualmente vicedirettore dell’Aise (l’ex Sismi).

Ma evidentemente alla Trenta non bastava: voleva per se stessa un futuro da agente segreto in prima persona. Un atto interno all’Aise, che il Giornale ha a sua disposizione e di cui ha verificato l’autenticità, racconta che Elisabetta Trenta fece domanda di assunzione all’Aise all’epoca in cui gli 007 esteri erano guidati dal generale Alberto Manenti.

La Trenta riuscì a fare prendere in esame la sua candidatura, superò il primo scoglio e quando era a un passo dall’arruolamento si scontrò sull’ostacolo più banale, il colloquio psico-attitudinale. Si tratta dell’esame cui tutte le aspiranti spie devono sottoporsi anche nel caso (come quello della Trenta) che non siano destinate ad attività operative sul campo o a infiltrazioni. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.ilgiornale.it/news/politica/trenta-voleva-diventare-007-bocciata-test-non-idonea-1785115.html

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