Uranio impoverito: Lorenzo Motta e la sua battaglia contro la malattia

Palermo, 10 Lug 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Teresa Aloi – Arruolato nel 2002 ha partecipato a sei missioni all’estero. Segue. – Arriva a Catanzaro da Palermo in un pomeriggio dove la colonnina di mercurio segna oltre 30 gradi. Ma Lorenzo Motta, ex sotto capo di terza classe della Marina militare italiana, non perde il sorriso.

Lì, nello studio del dottore Montilla si sente a casa. Tra qualche minuto si sottoporrà a quella infusione che, una volta finita, gli toglierà quel senso di pesantezza alle gambe. Lorenzo è uno dei tanti militari in cura con il protocollo ( leggi qui i dettagli) per eliminare ogni traccia di metallo nel suo corpo: un protocollo disintossicante che disancora tutte le nanoparticelle presenti nel corpo.

Arruolato nel 2002, a bordo della nave Scirocco, (unità missilistica, antisommergibile) ha partecipato a sei missioni all’estero –Tunisia, Turchia, Afghanistan –tra le quali svariate operazioni di antiterrorismo e antipirateria, oltre ad aver partecipato a una serie di campagne umanitarie nel golfo Persico e dietro lo stretto di Gibilterra.

“ Il mio ruolo a bordo era quello di specialista del sistema di combattimento telecomunicatore – ricorda Lorenzo – mentre a terra ci facevano fare anche attività non convenzionali come, ad esempio, la distruzione di carta classificata con l’ausilio di bottiglie di benzina”.

“Nel 2005 mi accorsi di una tumefazione al lato cervicale destro – racconta – e a dicembre dello stesso anno i medici diagnosticarono il linfoma di Hodgkin, una patologia che attacca il sistema linfatico”. Otto cicli di chemioterapia, 35 di radioterapia. E intanto dagli accertamenti viene fuori che nel corpo di Lorenzo sono presenti nanoparticelle di metalli pesanti nel suo corpo. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.lanuovacalabria.it/uranio-impoverito-lorenzo-e-la-sua-battaglia-per-continuare-a-vivere-video/

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