Roma, 10 settembre 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La corsa all’ammodernamento dei sistemi d’arma inizia a confrontarsi con i costi di realizzazione che se non ben proporzionati possono far salire i budget oltre le aspettative.
Al momento non ci sono ulteriori dettagli, ma l’obbiettivo dell’USAF è rifocalizzare la sua iniziativa sul sistema di combattimento in generale e su come questo nel suo complesso, con tutte le sue componenti, può eseguire le missioni richieste. Il nodo (non detto) di tutta la questione è molto semplice: la sostenibilità e i costi della core platform, cuore di tutto il sistema.
Dopo il ritiro di Nortrhop Grumman, sul caccia pilotato del NGAD stanno continuando a lavorare Boeing e Lockheed Martin, con dei dimostratori che in gran segreto stanno volando ormai da tempo. Ad oggi si parla di un costo del caccia stimato “a pezzo” in 250 milioni di dollari. Un costo che non è sostenibile neanche per la ricchissima USAF, tenendo conto di 3 elementi: la concomitanza di altri programmi (B-21 RAIDER, F-35, ICBM SENTINEL), la non esportabilità, e gli oneri futuri di ciclo vita che, date le tecnologie a la “delicatezza” degli apparati, rischiano di essere altrettanto esorbitanti.
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