Roma, 26 Gen 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Federico Giuliani – Nei primi tre mesi del 2021 Roma dovrebbe ricevere 8,7 milioni di dosi. Dosi, appunto, non fiale. (Segue articolo). – In un primo momento, sembrava che l’Unione europea fosse riuscita a stipulare con Pfizer un contratto super vantaggioso. Dati ufficiosi suggerivano che Bruxelles pagasse ogni dose realizzata dal colosso farmaceutico americano la bellezza di cinque dollari in meno rispetto agli Stati Uniti, e addirittura 13,50 in meno di Israele.
Dopo una manciata di settimane dall’inizio della campagna di vaccinazione, partita lo scorso 27 dicembre, la realtà ha tuttavia preso una piega inaspettata. Pfizer ha annunciato la riduzione delle consegne dei suoi vaccini in Europa per prepararsi ad aumentare la propria capacità produttiva.
Risultato: niente più spedizioni – o comunque molte meno dosi inviate del previsto – finché i lavori di potenziamento delle strutture dell’azienda non saranno terminati. Tempo stimato: due o tre settimane.
E così, tutti quei Paesi che già si sfregavano le mani, pronti a iniettare le seconde dosi ai cittadini immunizzati con la prima iniezione, hanno dovuto rivedere i loro piani. Molti governi sono quasi a secco di antidoti e, per questo motivo, si sono letteralmente infuriati con Pfizer.
Che, dal canto suo, fa spallucce e dà l’apparenza di badare molto di più al business che non all’emotività di qualche leader o commissario europeo frustrato dall’accaduto.
Il business del vaccino
Sarà senza ombra di dubbio un caso, ma la comunicazione con cui Pfizer ha annunciato alla Commissione europea di ridurre le consegne verso il Vecchio Continente è arrivata il 15 gennaio. L’articolo completo prosegue qui >>> https://it.insideover.com/societa/laccordo-con-pfizer-i-paesi-dellue.html