Milano, 10 Apr 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Federico Garau – L’agente pensa ai suoi colleghi ammalati e punta il dito contro le istituzioniIl. Segue. – Coronavirus si è inevitabilmente diffuso anche all’interno delle strutture penitenziarie italiane, destando preoccupazioni e malumori.
Se da una parte c’è stato un gran parlare circa le migliori misure da adottare per tutelare la salute dei detenuti (fra le proposte avanzate, anche la scarcerazione di chi si trova già in stato di semi-libertà o in possesso di permessi), poco si è discusso sulle precarie condizioni degli agenti di polizia penitenziaria, impegnati a presidiare i carceri ed a loro volta a rischio contagio.
Proprio per denunciare la scarsa attenzione mostrata nei confronti degli uomini che vestono la divisa, l’ispettore capo Gianluca Caruso, in servizio presso il carcere di Bollate (Milano), ha deciso di scrivere una lettera indirizzata al presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Colpito dal Coronavirus, come molti altri suoi colleghi, Caruso è fortunatamente riuscito a riprendersi dalla malattia, ed ora combatte perché il governo tuteli anche la propria categoria. Ecco la ragione della missiva, inviata tramite pec non solo al premier Conte, ma anche al capo del dipartimento di amministrazione penitenziaria.
“Caro presidente, il diritto alla salute, principio fondamentale della nostra Costituzione, per me servitore dello Stato che fine ha fatto? Siamo i primi a tutelare l’incolumità dei detenuti, è un nostro dovere istituzionale, ma è altrettanto un dovere istituzionale tutelare noi, bistrattati e spesso dimenticati dalle istituzioni. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirus-agente-scrive-conte-avete-pensato-solo-ai-1851182.html?fbclid=IwAR0-aRSWOXLBGR6vMa0Fa5jdCuxze1Ky2Sr38f5otTEjxK_YeXsh2H0vhV0