Dipendenti PA: pensione con fondi integrativi e previdenza complementare

Roma, 31 ottobre 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo)  – La pensione dei dipendenti della pubblica amministrazione cambia con la legge di bilancio dove è stata inserita una norma che prevede fondi della previdenza complementare.

Il requisito minimo per la pensione di vecchiaia contributiva

La novità, inserita nella Legge di Bilancio 2025, riguarda esclusivamente i lavoratori del pubblico impiego che hanno iniziato a versare contributi dal 1996, ricadendo interamente nel sistema di calcolato contributivo.

Questi lavoratori, per raggiungere il diritto alla pensione di vecchiaia, oltre a 67 anni di età e 20 anni di versamenti, devono anche aver maturato un assegno minimo pari ad almeno all’importo dell’assegno sociale.

Requisito, quest’ultimo, non previsto per chi aveva già contributi precedenti al 1996 e che quindi mantiene il diritto al calcolo misto della pensione.

La nuova opzione consente di raggiungere l’importo minimo della pensione valorizzando in parte i versamenti alla previdenza complementare. I dipendenti pubblici che sono iscritti a un fondo integrativo e hanno esercitato l’opzione per ricevere l’importo maturato in forma di rendita, possono chiedere di computare nel montante contributivo INPS anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita delle forme pensionistiche di previdenza complementare scelte.

Continua la lettura seguendo il link >>> : https://www.pmi.it/pubblica-amministrazione/pubblico-impiego/455599/pensione-di-vecchiaia-dipendenti-pubblici-con-la-previdenza-integrativa.html

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