Roma, 2 agosto 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Il ministero degli esteri italiano è particolarmente impegnato ad tenere contatti con tanti paesi, di recente si registrano anche colloqui con i rappresentanti della Siria.
Roma guida un gruppo di nazioni dell’Europa centrale e mediterranea verso la riapertura delle relazioni con la Siria dopo la guerra civile che vide Occidente e parte del mondo arabo cessare di riconoscere il governo di Bashar Assad, uscito vincitore dal conflitto contro l’insurrezione sostenuta da potenze occidentali, Turchia e da alcuni stati arabi. Il governo siriano controlla oggi circa il 70 per cento del territorio nazionale e deve fare i conti con difficili condizioni economiche in una nazione in gran parte devastata dalla lunga guerra (civile ma alimentata da molte nazioni e interessi esterni alla nazione araba) e con diversi milioni di profughi ancora all’estero.
“Non so quando si insedierà il nuovo ambasciatore per la Siria, non so la data, ma in tempi rapidi” ha detto il 26 luglio il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a margine di un convegno alla Camera rispondendo alla domanda se la decisione di nominare un ambasciatore in Siria vada intesa come la volontà del governo di ristabilire rapporti col governo siriano.
Tajani ha parlato di una scelta “in linea con quello che abbiamo detto e con la lettera che abbiamo inviato a Borrell, noi e altri sette stati membri dell’Unione, per accendere i riflettori. Non abbiamo mai chiuso l’ambasciata, c’era un incaricato d’affari a Beirut. Adesso accendiamo i riflettori con un ambasciatore.
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