Roma, 11 Set 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Vasco Monteforte – Leggiamo di seguito l’articolo. – Il 7 giugno del 2000, quando fu pubblicata, generò molto clamore fra gli addetti ai lavori e i professionisti del settore della comunicazione e della pubblica informazione.
La definirono rivoluzionaria e al tempo stesso venne immediatamente considerata la pietra miliare di un nuovo corso nella pubblica informazione e nella comunicazione istituzionale, che avrebbe portato la pubblica amministrazione al servizio dei cittadini.
Di fatto la legge 150/2000 consacrava il lavoro svolto dai numerosi uffici stampa della pubblica amministrazione1 come lavoro giornalistico e quindi assoggettabile alle norme e leggi sulla stampa. In sostanza sanciva che negli uffici stampa avrebbero dovuto operare giornalisti in qualità di esperti e professionisti della pubblica informazione.
È proprio a partire da tale assunto e per il fatto che Difesa Online è un interlocutore degli uffici stampa del comparto Difesa, ci siamo posti la domanda: a distanza di diciotto anni qual è oggi la situazione in quella parte della Pubblica Amministrazione costituita dalle Forze Armate, dallo Stato Maggiore della Difesa e nel Dicastero stesso della Difesa?
Al momento dell’entrata in vigore della Legge 150/2000, per il solo fatto che la legge stabiliva che il lavoro degli uffici stampa era lavoro giornalistico, implicitamente assumeva che coloro che da anni ormai operavano negli uffici stampa in realtà avevano svolto un lavoro giornalistico.
Venne stabilito un periodo transitorio di 24 mesi, a partire dalla pubblicazione del decreto attuativo della legge, nel quale le pubbliche amministrazioni avrebbero dovuto regolarizzare il personale che operava almeno da 5 anni in tali strutture. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/la-difesa-italiana-%C3%A8-fuorilegge-e-snobba-gli-ordini