“Pastrengo 1848”, la fedeltà dell’Arma nelle tele di Sebastiano de Albertis

Roma, 08 Mag 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Cionci – Il terreno che trema, le pietre che schizzano sotto gli zoccoli, il polverone, i nitriti furiosi e l’urlo di guerra dei Reali Carabinieri: «Savoia!». L’illusione di fronte alla grande tela di Sebastiano De Albertis è totale. Al centro della composizione, illuminato da un raggio di sole quasi divino, il comandante dello squadrone, capitano Angelo Morelli di Popolo, con la sciabola sguainata e il pizzo diavolesco rosso vivo. Solo un artista che avesse conosciuto di persona il campo di battaglia avrebbe potuto rendere immortale il mito dei miti dell’eroismo risorgimentale, la Carica di Pastrengo, di cui quest’anno ricorrono i 170 anni. Non a caso, era un pittore-soldato Sebastiano De Albertis cui il Museo storico dei Carabinieri, a Roma, ha appena dedicato la mostra «Pastrengo 1848» (5 maggio – 1° luglio). “Un ‘48”. Nel 1848, tutta Europa fu percorsa da fremiti rivoluzionari che percorsero i popoli ormai divenuti insofferenti ai superati assetti politico-istituzionali imposti dalla Restaurazione. (Ancor oggi, nel gergo comune rimane viva l’espressione “è stato un ’48”» per definire una situazione di crisi e di rivolta). Nel Lombardo-Veneto scoppiarono sollevazioni popolari contro il soffocante Impero asburgico e Carlo Alberto, re di Sardegna, adottando il Tricolore, accorse in soccorso dei milanesi in rivolta dichiarando guerra all’Austria. Scoppiava, così, la Prima guerra di Indipendenza dando inizio al Risorgimento. Alla fine di aprile, i piemontesi erano a buon punto avendo aggirato la fortezza asburgica di Peschiera. Si dirigevano verso l’Adige, dove però il feldmaresciallo austriaco Radetzky aveva occupato e munito i paesi di Pastrengo e Bussolengo, sulla riva destra dell’Adige, ben deciso a sbarrare la strada ai savoiardi. La carica. Durante una fase di rallentamento dell’avanzata dovuta al terreno acquitrinoso, Carlo Alberto, secondo l’uso napoleonico, si recò a cavallo sul posto per rendersi conto della situazione.  L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.lastampa.it/2018/05/06/roma/pastrengo-la-fedelt-dellarma-nelle-tele-di-sebastiano-de-albertis-k0dTokgiZuvFXGi1iNbWbK/pagina.html

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