Roma, 06 Mag 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Jacopo Giliberto – Ci sono scorie atomiche in tutta l’Italia. (Segue articolo). – In Piemonte è accumulata la maggior quantità di scorie nucleari in termini di radioattività. Tante scorie, e cattive. Nel Lazio è accumulata la maggior quantità di scorie atomiche in termini di volume occupato: non cattivissime, ma in grandi quantità.
E ci sono scorie atomiche in tutta l’Italia, in decine e decine di depositi piccolissimi e temporanei (negli ospedali, nelle acciaierie, in centri ricerche e così via) e in più di 20 depositi di dimensioni maggiori dove continuano ad affluire i materiali contaminati.
In più di 20 anni l’Italia non è ancora riuscita a darsi il deposito nazionale imposto dalle norme internazionali, deposito nazionale che serve proprio a ridurre il rischio della disseminazione attuale dei rifiuti nucleari.
Rifiuti nucleari di ogni forma, dimensione e tipo, nascosti spesso nei luoghi più impensabili: le teste dei parafulmini, i materiali della radioterapia, le radiografie industriali, i rilevatori di fumo la cui lucina rossa lampeggia sui soffitti e così via.
Nei giorni scorsi il neonato Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) ha completato l’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi.
Il censimento contiene informazioni su volumi, masse, stato fisico, radioattività e condizioni di stoccaggio dei rifiuti, compresi il combustibile esaurito e le sorgenti dismesse. I dati sono aggiornati a poco più di un anno fa, al 31 dicembre 2017.
Le quattro centrali atomiche. Circa il 95% del combustibile irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia. È stato inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato riprocessato. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-04-10/nucleare-ecco-mappa-scorie-stoccate-italia-163427.shtml?uuid=ABvNv6mB