Roma, 02 Mar 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Battaglia – Con Mario Draghi si può ambire alla leadership del progetto comune, a patto di sfruttare gli strumenti messi a disposizione da Bruxelles, investire entro i confini nazionali e digitalizzare le Forze armate. (Segue articolo). – “La recente crisi politica in Italia ha portato alla nascita di un nuovo governo, con l’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, come primo ministro; come sempre, sono sorte domande su ciò che l’Italia farà dopo”. Si apre con queste parole la riflessione lanciata da Karolina Muti e Arturo Varvelli per l’European council on foreign relations (Ecfr).
Nel testo i due autori si interrogano sul futuro delle relazioni dell’Italia, e in particolare sul suo ruolo nel contesto europeo e transatlantico. “Anche se l’europeismo e il trans-atlantismo sono punti fermi della tradizionale politica estera e di difesa di Roma, la cronica instabilità interna tende a minare la sua credibilità e affidabilità agli occhi sia della Nato che degli alleati dell’Ue”, avvertono i due autori.
SFIDE E OPPORTUNITÀ. Nonostante le difficoltà delle premesse, l’Italia si trova tra alcune congiunture favorevoli: da un lato, la nuova presidenza degli Stati Uniti, che vede con un occhio decisamente più favorevole sia l’architettura europea, sia il rapporto di fiducia tra partner atlantici, e consente alla doppia vocazione europea e atlantica di Roma di diventare un vero e proprio asset strategico da sfruttare nei dialoghi in entrambi i forum;
dall’altro, la necessità per l’Europa di dotarsi di un’architettura di difesa più strutturata è riconosciuta come un elemento fondamentale per la difesa continentale (e atlantica) imprescindibile. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2021/03/italia-difesa-europea-draghi-ecfr/