Roma, 12 maggio 2025 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La questione della difesa europea con il riamo previsto da diversi paese, suscita alcuni dubbi, ecco tutti i dettagli.
La contingenza attuale e i continui e repentini sviluppi strategici nello scacchiere globale hanno messo l’Europa di fronte a un bivio da sempre evitato: quello di dover scegliere se dotarsi o meno di un qualche tipo di architettura militare di sicurezza.
Oggi in Europa tornano ad essere attuali, dopo più di cinquant’anni, parole come “esercito comune” e “difesa comune”. Ma a difendere l’Unione Europea bastano davvero soltanto un esercito europeo e più munizioni? La risposta è naturalmente no: ad entrare in campo sono diverse variabili, e non tutte sono meramente collegate all’industria bellica e alle catene di comando in sé.
Il piano elaborato dalla Commissione Europea, ReArm Europe, oggi rinominato ufficialmente ReArm Europe/Readiness 2030, riassume perfettamente la complessità delle politiche necessarie a rendere l’Ue capace di difendersi da eventuali minacce esterne. Il dibattito è più complesso rispetto al semplice essere a favore o meno dell’aumento della spesa per l’acquisto di nuove forniture militari.
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