Esteri: Cosa succederà dopo gli attacchi sui pozzi sauditi

Roma, 20 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Giancarlo Elia Valori – Gli attacchi sciiti hanno subito ridotto la produzione saudita di circa cinque milioni di barili/giorno. Segue. – Alle prime ore di sabato 14 settembre ultimo scorso, alle 3.31’ e alle 3.42’, i ribelli yemeniti Houthy, di tradizione sciita e sostenuti dalle “Guardie della Rivoluzione” iraniane, l’occhio destro dell’imam Qomeini, come si suol dire in Iran, hanno lanciato circa dieci droni contro la maggiore area di estrazione saudita, di proprietà dell’Aramco.

L’operazione è stata lanciata, così si dice, dall’Iraq. Sono stati centrati con i droni sia Abqaiq, il maggiore impianto di stabilizzazione al mondo e nel campo di estrazione poi la struttura di Buqaiq e infine Kurais, a circa 60 chilometri di distanza da Abqaiq.

È la maggiore interruzione petrolifera, bellica o meno, nella storia. Gli attacchi sciiti hanno subito ridotto la produzione saudita di circa cinque milioni di barili/giorno, ovvero circa la metà dell’outpout giornaliero del Regno. Con gli attacchi dei droni, il mondo ha perso un output petrolifero del 6%.

Le autorità di Riyadh dicono che, già dal momento in cui scriviamo, il 17 settembre, è tutto sotto controllo. E la prima deduzione geopolitica è quella che gli attacchi attuali, ben più virulenti di quelli già avvenuti lo scorso maggio, aprono un secondo fronte di guerra dell’Arabia verso l’Iraq, il che, in ogni caso, metterebbe in grave tensione le forze armate del Regno, già assorbite, con scarsi esiti, dalla guerra in Yemen. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2019/09/cosa-succedera-dopo-gli-attacchi-sui-pozzi-sauditi-lanalisi-di-valori/

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