Roma, 07 Mag 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Matteo Carnieletto – Quando ci chiama, Hussam è seduto sul letto e ci indica più volte gli occhi piccoli e a mezz’asta. Cerca di spiegarci che ha perso la vista anni fa, durante un combattimento contro i jihadisti di Al Nusra e dell’Esercito siriano libero nel nord della Siria, a Kessab. “Ho perso una gamba e la mia mano sinistra ora è completamente paralizzata”, ci spiega. “Ho preso un proiettile nel petto”. Hussam, in pratica, è vivo per miracolo. La sua vita è cambiata molto, almeno nelle cose pratiche. Il suo carattere, invece, è rimasto uguale così come la sua assoluta fiducia in Bashar al Assad: “Noi siamo al fianco del presidente e saremo sempre con lui. Anche da feriti. La nostra sofferenza ci rafforza”. Hussam apparteneva alla Guardia repubblicana, i corpi di élite dell’esercito siriano. È stato ferito una prima volta a sud, a Daraa, dove è cominciata la rivolta, nel 2012: “Un colpo mi ha portato via l’occhio sinistro, ma non mi sono fermato. Ho deciso di continuare a combattere”. Poi un anno dopo, un nuovo terribile colpo, a Daraya, un sobborgo di Damasco, e ad Harasta: “Era il 2013. Quell’anno mio fratello Bassam – anche lui faceva parte della Guardia repubblicana – è stato ucciso con un colpo alla testa da un cecchino”. A Daraya si è registrato uno dei più tremendi massacri di questa guerra. Tra il 20 e il 25 agosto del 2012 tra le 400 e le 500 persone furono tremendamente massacrate, molte di queste subirono una vera e propria esecuzione. Chi le ha uccise? Secondo la comunità internazionale la colpa ricade sull’esercito siriano e sulle Shabiha, i “fantasmi”. Per Damasco, invece, a compiere l’eccidio sarebbe stato l’Esercito siriano libero. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.occhidellaguerra.it/io-soldato-di-assad-ferito-dai-jihadisti-voglio-continuare-a-combattere/
ESTERO/“Io, ferito dai jihadisti voglio continuare a lottare”
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