Roma, 24 Nov 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Rino Moretti – Trattare con Bruxelles è possibile, se non altro bisogna provarci. Seguiamo. – Una porta socchiusa per lasciare uno spazio di dialogo con l’Europa. C’è un asse Tria-Conte per provare a cambiare qualcosa in quella manovra della discordia che ha portato governo italiano ed Europa a un livello di tensione mai visto prima. Il che rischia di costare caro all’Italia in termini di fiducia sui mercati, dunque di sostenibilità del nostro debito (qui l’approfondimento sulle prossime aste di titoli pubblici).
Gli indizi sono tutti racchiusi tra l’Aula di Montecitorio e quella del Senato. Prima il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, al question time e poi il premier Giuseppe Conte nell’informativa urgente all’indomani della bocciatura europea, hanno fatto capire abbastanza bene una cosa.
La manovra non è un totem intoccabile, qualche piccola modifica, forse nemmeno troppo piccola si può fare. Naturalmente bisognerà capire che cosa ne pensano i due soci di maggioranza del governo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Se non altro per non buttare a mare sessant’anni di ottimi rapporti con l’Europa oltre che rischiare una fuga in massa degli investitori dal mercato del debito.
La filosofia che ispira la manovra non è in discussione, questo è chiaro. Ma forse continuare a prendersi a testate comincia ad avere poco senso. “Ritengo che la drammatizzazione del dissenso tra Italia e commissione europea danneggi l’economia italiana e di conseguenza l’economia europea.
Questa considerazione è alla base del nostro impegno a continuare il dialogo con la Commissione alla ricerca di una soluzione condivisibile nell’interesse reciproco”, ha detto Tria in una delle sue risposte. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2018/11/conte-tria-manovra-europa/