Lavoro: Permessi e assenze, giustificate e ingiustificate e quando scatta il licenziamento

Roma, 10 Ago 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Federica Petrucci – Retribuzione, sanzioni e provvedimenti disciplinari. (Segue articolo). – Assenze e permessi a lavoro, quando sono giustificate? Il dipendente ha diritto ad assentarsi dal lavoro, sia per periodi di tempo brevi che per periodi più o meno lunghi.

Tale diritto, tuttavia, gli viene riconosciuto secondo termini e condizioni disciplinati da legge e CCNL. Il mancato rispetto della normativa vigente espone il lavoratore alle relative sanzioni previste dall’ordinamento in caso di assenza ingiustificata, che possono sfociare – nella più grave delle ipotesi – nel licenziamento.

Permessi e assenze giustificate. Quello tra azienda e dipendente è un vero e proprio rapporto di scambio, dove il soggetto-impresa si impegna a corrispondere una retribuzione adeguata al soggetto-lavoratore che, in cambio, offre i suoi servizi.

A regolare il tutto, per diritto, è il contratto di lavoro che i datore di lavoro e dipendente si impegnano a firmare prima dell’inizio dell’attività e che, ovviamente, deve rispettare le disposizioni contenute nei contratti collettivi nazionali, essere a norma di legge e mai in contrasto con i principi costituzionali.

È il contratto a stabilire quando, come e in che modo il lavoratore deve svolgere l’attività per il quale è stato assunto.

L’impegno del dipendente, quindi, sarà quello di garantire la sua presenza a lavoro, nei modi e nei tempi specificati dal contratto. Questo non vuol dire, però, che tutti quelli che si assentano da lavoro stanno violando la legge. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.investireoggi.it/fisco/assenze-permessi-lavoro-giustificate-quando-scatta-licenziamento/

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