Le missioni in Iraq e Libano e il piano della Difesa

Roma, 08 Gen 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Carli – Di Maio e Giuseppe Conte si sono mossi per riportare l’Ue in prima fila nella mediazione con le forze in campo. Segue. – La priorità è la Libia, anche per una questione di vicinanza geografica, ma la politica estera del Conte due non chiude gli occhi – difficile farlo – di fronte all’escalation che ha contraddistinto negli ultimi giorni lo scontro Usa-Iran, dopo l’operazione condotta da Trump contro Qassem Soleimani, il comandante delle brigate al Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica, colpito da un drone americano a Baghdad.

Sul primo dossier, la strategia di Palazzo Chigi e della Farnesina è quella di rilanciare l’iniziativa diplomatica di un’Unione europea che, dopo il passo avanti della Turchia a sostegno del presidente del Governo di accordo nazionale di Tripoli e contro l’uomo forte della Cirenaica Haftar, è rimasta un po’ troppo dietro alla quinte, spettatrice di una partita giocata da altri.

Nelle ultime ore le forze di Tripoli hanno lanciato una controffensiva su Sirte, riprendendo il controllo della città dove è stato ucciso Gheddafi, roccaforte delle milizie di Misurata (alleate del governo Serraj).

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono in prima linea per coinvolgere le cancellerie europee – Berlino (il premier punta a fare asse con la cancelliera Merkel), Parigi e Londra – in una mossa di stabilizzazione europea.

Sul secondo capitolo, quello Usa-Iran, considerato che l’Italia opera in Iraq in una missione Nato, la linea la dà l’Alleanza atlantica. Per ora la Nato ha sospeso le missioni di addestramento nel paese. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilsole24ore.com/art/difesa-nessuna-ipotesi-ritiro-militari-dall-iraq-ACoD7CAB?refresh_ce=1

 

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