Roma, 02 Set 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Pietro Salvatori – Nel giorno del vertice di Vienna, Trenta difende l’unità del governo. (Segue articolo). – Nel giorno in cui la proposta italiana di una rotazione dei porti di sbarco dei migranti del Mediterraneo rischia di incepparsi tra veti e controveti, Elisabetta Trenta difende l’unità del governo: “Possono cambiare i toni, ma questo è naturale. Le assicuro che io, Luigi Di Maio e Matteo Salvini remiamo tutti nella stessa direzione, al fianco del premier Conte”.
Questo nonostante la malcelata insofferenza del Movimento 5 stelle nei confronti del protagonismo del ministro dell’Interno, che in settimana ha ricevuto in pompa magna il premier ungherese Viktor Orban. La Trenta non chiude nessuna porta.
Nemmeno quella che apre ai territori inesplorati di un’uscita dell’Italia dal programma Sophia – il soccorso e recupero in mare e il pattugliamento coordinati da Bruxelles – in mancanza di un cambio delle regole: “L’Italia non può più farsi carico di un problema che riguarda tutti. Su una eventuale uscita la decisione sarà presa collegialmente dal governo”.
Ministro Trenta partiamo da qui: è realistico che l’Italia possa uscire da Sophia? Potrebbe comunque ridiscutere il proprio impegno nel programma? Guardi oggi al vertice informale di Vienna sulla nostra proposta di introdurre la rotazione dei porti di sbarco ho trovato aperture e chiusure.
Tutti riconoscono l’importanza di Sophia anche per il controllo dei traffici di esseri umani ma le sue regole devono cambiare, l’Italia non può più farsi carico di un problema che riguarda tutti. Su una eventuale uscita o intervento la decisione sarà presa collegialmente dal governo e dal premier Conte. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.huffingtonpost.it/2018/08/30/sui-migranti-toni-diversi-ma-stessa-direzione-intervista-al-ministro-della-difesa-elisabetta-trenta_a_23512723/