Roma, 17 agosto 2023 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Il colpo di stato in Niger genera ancora preoccupazioni dovute alla rigidità delle trattative dei militari saliti al potere. Un eventuale intervento militate potrebbe essere controproducente.
Il Niger è in grado di “superare” le sanzioni imposte dopo il colpo di stato, anche se rappresentano “una sfida ingiusta”. Lo ha dichiarato ieri il premier nominato dalla giunta militare, Ali Mahaman Lamine Zeine, in un’intervista all’agenzia di stampa tedesca Deutsche Welle. “Pensiamo che, anche se ci è stata imposta una sfida ingiusta, dovremmo essere in grado di superarla”, ha dichiarato in merito alle misure prese dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) che ha accentuato le misure economiche contro la giunta di Niamey avviando i preparativi per un intervento militare.
Ad accentuare le tensioni contribuisce anche l’annuncio da parte del nuovo governo nigerino dell’incriminazione del presidente deposto Mohamed Bazoum per “alto tradimento” e per aver “minato la sicurezza interna ed esterna” del Paese. Reati che prevedono anche la condanna a morte secondo il codice penale nigerino.
Dal 26 luglio Bazoum e la sua famiglia si trovano rinchiusi nel palazzo presidenziale di Niamey e negli ultimi giorni ECOWAS, ONU, Unione Europea e Stati Uniti hanno anche lanciato appelli al rilascio del presidente, preoccupati per le sue condizioni di salute. La giunta di Niamey ha nuovamente condannato le sanzioni economiche definendole “illegali, disumane e umilianti” per la popolazione. I golpisti hanno il supporto di Mali, Burkina Faso e Guinea: il 12 agosto il generale nigerino Moussa Salaou Barmou ha guidato una delegazione a Conakry per ringraziare la Guinea del sostegno ricevuto.
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