Roma, 15 Nov 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Yari Riccardi – Il maresciallo dei Carabinieri scampato all’attentato del 12 novembre 2003. (Segue articolo). – “Non lo so se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza, ma io credo, può darsi le due cose, forse le due cose capitano nello stesso momento”. Essere nati in un posto piuttosto che in un altro.
Ricchi, non poveri e poveri. Un destino segnato dall’essere nato uomo o donna, bianco o nero, grasso o magro, stupido o intelligente, gay o etero. Gli opposti. Pace e guerra. Missioni di pace in zone di guerra.
Oggi è il giorno del dolore, dell’onore, dell’amor di patria. E’ il giorno in cui la politica si batte il petto e ricorda Nasiriyah e la strage del 12 novembre del 2003, i 19 morti italiani nell’attentato. Soldati, carabinieri, civili.
Solo che la memoria è selettiva, e si ricorda dei morti, come è giusto che sia. Solo che ci sono i vivi, ancora, i sopravvissuti all’attentato. Sono loro i veri fantasmi. “Né io né altri sopravvissuti siamo mai stati invitati”.
Riccardo è un maresciallo in congedo dei Carabinieri. Riccardo è un amico, anche se non ci siamo mai visti. E’ un colpo di fulmine durante il lavoro mediocre in realtà mediocri portato avanti in questi anni, un contatto diretto con la Storia.
Riccardo Saccotelli è uno dei fantasmi di Nasiriyah: all’epoca aveva 28 anni, oggi non è più in servizio. Il pensiero va ai recenti fatti in Iraq, con i militari italiani feriti in un attentato. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ultimarazzia.it/strage-nasiriyah-sedici-anni-fa/?fbclid=IwAR0QbkTmizoIRziMvfgG020HAc4s3RH8u_x6UtWLYujS-adMHrodehAtWoM