Roma, 20 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Gian J. Morici – Il silenzio dello Stato e dei tanti che dovrebbero sentire il dovere di interessarsi. (Segue articolo). – Un colpo di pistola sotto l’ascella. Ha posto così fine alla propria esistenza il maresciallo della Guardia di Finanza, S.C. di 43 anni, che lascia la moglie e tre figlie in tenera età.
Si tratta del 45° suicidio tra appartenenti alle Forze dell’Ordine e Forze Armate nel 2019, che sembra essere l’anno nero delle morti, talvolta annunciate, tra chi indossa una divisa.
Annunciate come quella di T.R., del Settimo Reggimento Alpino, che si è tolta la vita nel proprio alloggio nella caserma Salsa di Belluno.
Una morte annunciata, secondo quanto riportato da altri organi stampa, poiché erano note le sue condizioni di salute, tanto che due mesi prima del terribile gesto, la Commissione medico-ospedaliera di Padova l’aveva giudicata “temporaneamente non idonea”.
Perché, dunque, domenica pomeriggio si trovava da sola in caserma dove ha messo fine alla propria esistenza? Conoscendo il particolare momento di crisi che stava attraversando la trentenne T.R., cosa è stato fatto per evitare che mettesse in atto il suo insano gesto?
Una domanda, quest’ultima, che potremmo porci quasi ogni qualvolta accadono simili luttuosi eventi. Non avevamo avuto neppure il tempo di scrivere del triste epilogo della vita del Primo Caporal Maggiore degli Alpini T.R., che giungeva la drammatica notizia di un’altra morte per suicidio. Un poliziotto 52enne della Digos della Questura di Vibo Valentia, con un colpo di pistola decideva di porre fine alla propria vita.
Una lunga scia luttuosa, che in taluni casi forse si sarebbe potuta interrompere intervenendo prima che fosse troppo tardi. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.lavalledeitempli.net/2019/09/19/cremona-finanziere-si-suicida-caserma/?fbclid=IwAR0zTkZ5g1iFPc8j8_ruYODk3nwiFXjqErHIUTyDou4XRMtP_UqM34eHYS8