Carabiniere ucciso in servizio: Tanta rabbia

Roma, 29 Lug 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Walter Raleigh – Quale istituzione sta davvero manifestando la sua idea, per poi FARE davvero qualcosa? (Segue articolo). – La notizia in sé è scarna: carabiniere ucciso in servizio. È il primo? No, assolutamente, è l’ultimo di una lunga schiera di SOLDATI per i quali la guerra è perenne, è quotidiana, una guerra così sporca e vigliacca che le ferite peggiori te le apre il fuoco amico, ammesso che, ora come ora, le spalle di un uomo in divisa possano dirsi al sicuro.

Saremo impolitici, anacronistici, cattivisti, se ci passate il termine, privi di un ecumenismo d’accatto che, accompagnato dall’aroma di sacrestia di un incenso che ammannisce cardinalizia impunità, pone il popolo in divisa tra i negletti, tra coloro che non possono che essere biasimati ed additati perché rappresentanti di uno Stato che spesso, mentre li lascia in balia di coltellate e sanpietrini, richiede loro un rispetto delle regole che è sì doveroso, non c’è dubbio, ma che è altrettanto di frequente grondante del loro sangue.

Non stiamo parlando di parlamentari in escursione marittima, espressione di un dissenso che, nelle sue forme, li porta ad essere addirittura in contrapposizione a quello stesso Stato che li retribuisce e li tutela, no, parliamo di uomini e donne che hanno fatto di un’idea la loro ragione di vita, un’idea che porta, addirittura, a sognare anche il loro matrimonio indossando una divisa che in ogni punto della sua trama è intessuta di nottate, di guardie, di sacrifici, di rabbia, di lontananza, di momenti vissuti con il cuore in gola, in preda ad angosce e paure per un figlio che in quel momento non stringere. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/rabbia

 

 

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