Coltivare la cannabis in casa in minime quantità non costituirà più reato

Roma, 28 Dic 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La coltivazione in casa non è reato se il prodotto è destinato all’uso personale. (Di seguito l’articolo). – Coltivare la cannabis in casa non costituirà più reato, purché ciò avvenga in minime quantità. Lo ha stabilito una decisione delle sezioni unite penali della Cassazione, anticipata stasera con un lancio dalla nostra agenzia stampa Adnkronos.

Per la prima volta si è sentenziato che “non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica” e “per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore”.

In sostanza il principio che emerge è chiaro: d’ora in poi chi coltiva per sé non compie più reato. Viene sostenuta così la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica – messo in pericolo, secondo la tesi tradizionale, dall’incremento della sostanza stupefacente ottenuto attraverso la coltivazione – non viene pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore di marijuana che decide di coltivarsi per se’ qualche piantina.

L’importante è che le modalità della coltivazione facciano ritenere che essa avviene esclusivamente per uso personale e non per fini di spaccio: così assumono rilievo il numero di piantine, che deve essere minimo, così come deve essere piccolo il quantitativo di prodotto ricavabile, e non devono esserci “ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti”. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.laleggepertutti.it/351378_coltivare-cannabis-in-casa-non-e-piu-reato

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