Cronaca: Storia del suicidio di Attilio Manca

Roma, 07 Gen 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Paolo Borrometi – La presunta richiesta da parte della Procura di Viterbo di far confessare a una tossicodipendente un ruolo nell’omicidio del giovane urologo siciliano. (Segue articolo). – Un giovane genio della chirurgia che muore per overdose a soli 35 anni, l’operazione alla prostata del capo della mafia a Marsiglia, un suicidio perfetto senza impronte digitali del suicida, pentiti che concordano, un processo che discorda fino all’inverosimile, un avvocato che rivela un dettaglio fondamentale sul suggerimento di una confessione che non c’è stata. Un mistero che s’intreccia con la parabola di cosa nostra. Questa è la storia della morte di Attilio Manca.

Comincia con una frase dei genitori: “Noi siamo certi che nostro figlio Attilio sia stato ucciso e che quella droga gli sia stata iniettata da terzi”.

Le parole di Angela e Gioacchino Manca indirizzate al Presidente della Terza sezione penale della Corte di appello di Roma Gustavo Barbalinardo, riaprono una storia nera del nostro Paese: la morte dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) Attilio Manca. L’uomo che, secondo i pentiti, operò in Francia (a Marsiglia) Bernardo Provenzano alla prostata.

Manca era un professionista affermatissimo tanto che, a soli 32 anni, aveva eseguito il primo intervento per tumore alla prostata per via laparoscopica in Italia. Era considerato un genio. La sua vita venne spezzata a 35 anni. Rileggiamo la sua storia. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.agi.it/cronaca/news/2021-01-06/niente-impronte-solo-ombre-storia-suicidio-manca-10923415/?fbclid=IwAR3yMzVdqzTfqrcWHYvAGReC22POs9B17c5XCRzUetCWUFLkEAQcIbGOFdc

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