Roma, 24 Feb 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Domenico Palesse – Il ministero della Difesa ha dedicato una pagina web a tutti i militari caduti all’estero, con biografie e riconoscimenti ricevuti. (Segue articolo). – L’attentato avvenuto a Goma, nel quale sono rimasti vittime l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio e un carabiniere, riporta alla mente il massacro di Kindu del 1961, quando furono brutalmente assassinati 13 aviatori italiani della 46esima Brigata aerea dell’Aeronautica militare.
Anche in quel caso i militari facevano parte di un contingente Onu inviato per la grave crisi che il Paese africano stava affrontando dopo l’indipendenza dal Belgio.
Ma la lunga scia dei militari italiani morti all’estero dopo la Seconda Guerra Mondiale parte dal 1949, quando il finanziere Antonio Di Stasi perse la vita ucciso da copi di scimitarra in un’imboscata a Senafé, in Eritrea.
L’anno successivo, nel 1950, sempre in Eritrea, il maresciallo dei carabinieri Pio Semproni fu ucciso in un conflitto a fuoco. Nel 1952 due carabinieri, Luciano Fosci e Flavio Salacone, trovarono la morte nel tentativo di bloccare i manifestanti durante una violenta rivolta in Somalia.
Nel 1973 il capitano Carlo Olivieri fu colpito mortalmente da un razzo nelle prime ore della guerra del Kippur, in Egitto. Nel 1983 a Beirut, in Libano, il marinaio della Marina Militare Filippo Montesi, del contingente di pace, fu ucciso a colpi di mitra durante un pattugliamento notturno. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/02/22/dal-massacro-di-kindu-a-goma-60-anni-di-sangue_7bd9cc95-89be-4828-872a-53cd97ab4540.html