Roma, 17 Ott 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Giuseppe De Lorenzo – In piazza martedì 22 ottobre carabinieri, agenti, penitenziaria, forestali e vigili del fuoco. Segue. – La “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stato l’omicidio di Trieste. I corpi esanimi di Matteo Demenego e Pier Luigi Rotta hanno smosso qualcosa nel ventre delle forze dell’ordine italiane.
Poliziotti, carabinieri, forestali e vigili del fuoco scenderanno in piazza “come mai era successo prima”. Un modo per urlare l’indignazione, e la rabbia, di chi si sente “servitore sì, ma non servo”.
L’appuntamento è previsto per martedì 22 ottobre, dalle 11.00 alle 14.00, in piazza Montecitorio. Il luogo non è casuale. “La politica ha usato la polizia per giochi di partito, tralasciando la sicurezza”, sentenzia Andrea Cecchini, sindacalista e celerino.
“Per questo mostreremo ai politici tutte le promesse fatte in questi anni e mai mantenute”. Di motivi per scendere in piazza i tutori dell’ordine ne hanno a decine. Rimostranze già presentate a chi ha, o avrebbe, il potere di cambiare le cose.
Senza però ottenere nulla. “Potrei stare qui tutto il giorno ad elencare i motivi della nostra indignazione”, spiega Cecchini. Gli agenti vorrebbero il riordino delle carriere, l’aumento degli straordinari e nuovi contratti. Ma sono soprattutto le tutele sanitarie e legali a impensierirli. E ora vogliono risposte.
Se si chiede sicurezza, in fondo, bisogna garantire sicurezza a chi opera sulla strada. Inutile girarci attorno. Le divise lamentano la mancanza di mezzi idonei, armamenti efficaci e regole d’ingaggio chiare.
“I tagli lineari hanno impedito di acquistare gli strumenti che ci servono per fare questo mestiere”, insiste Cecchini. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.ilgiornale.it/news/cronache/siamo-servitori-non-servi-polizia-ora-scende-piazza-1769312.html