Lavoro e Diritti: TFS/TFR dipendenti pubblici

Roma, 16 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Simone Micocci – La liquidazione dei dipendenti pubblici potrebbe subire un’ulteriore penalizzazione in caso di accesso alla pensione con Quota 100. (Segue articolo). – La riforma delle pensioni potrebbe prevedere delle – ulteriori – penalizzazioni per il pagamento del TFS dei dipendenti pubblici.

“Ulteriori” perché già il Decreto Salva Italia prima, e la Legge di Stabilità del 2014 poi, hanno introdotto delle norme particolarmente svantaggiose per il pagamento di TFS e TFR, allungando i tempi per il riconoscimento di quanto maturato in carriera e dilazionando il saldo in più rate.

A quanto pare però quanto fatto con queste due riforme non è stato abbastanza; il Governo, infatti, potrebbe introdurre una penalizzazione per i dipendenti pubblici che anticiperanno l’accesso alla pensione ricorrendo alla Quota 100, per la quale ricordiamo è necessaria un’età minima di 62 anni e un requisito contributivo fisso di 38 anni.

Con l’introduzione di Quota 100, infatti, all’aumento della spesa previdenziale (visto che si stimano circa 400mila pensionamenti oltre a quelli già previsti per il 2019) si aggiungono i costi che lo Stato dovrà pagare per liquidare il TFR dei dipendenti pubblici che andranno in pensione nel 2019. Una spesa non prevista, per la quale non è certo che si riuscirà ad individuare le risorse necessarie.

Da qui nasce la possibilità di introdurre delle ulteriori penalizzazioni per chi anticipa l’uscita dal lavoro ricorrendo a questa nuova misura di flessibilità; prima di analizzare nel dettaglio le novità possibili, vediamo come funziona oggi il pagamento di TFR e TFS per i dipendenti pubblici e quali potrebbero essere i costi che lo Stato dovrà sostenere nei prossimi mesi. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.money.it/TFR-TFS-dipendenti-pubblici-penalizzazione-pensione-prima-quota-100

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