Le spese per la Difesa

Roma, 19 Ago 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Tiziano Ciocchetti – I nostri militari sono impiegati costantemente in complesse missioni operative in Africa e Medio Oriente, necessitano quindi di armamenti ed equipaggiamenti adeguati. Segue. – Lo sblocco lo scorso luglio, da parte del MEF, di 7,2 miliardi di euro per il comparto Difesa aveva fatto sperare, tra gli addetti ai lavori, in un cambio di rotta (almeno parziale) per quanto riguarda l’attenzione della politica alle esigenze delle nostre Forze Armate.

Esigenze che, data la situazione economica dell’Italia (altissimo debito pubblico e crescita del PIL praticamente nulla, in aggiunta a una generale scarsa competenza tra la classe politica), non possono certo essere soddisfatte nella loro interezza.

Tuttavia, una volta analizzato l’ultimo Documento Programmatico Pluriennale (v.link) diramato dal Ministero della Difesa per il triennio 2019-2021, ci si rende conto che alcuni programmi d’acquisizione vengono spalmati su un periodo di tempo eccessivamente lungo, mentre altri non hanno alcuna ragione d’essere, in quanto non rispondenti ai requisiti emananti dagli Stati Maggiori.

In quest’ultimo caso rientra sicuramente l’operazione di salvataggio della Piaggio Aerospace, attraverso uno stanziamento complessivo di 700 milioni di euro, in 11 anni, per l’ammodernamento della flotta di aerei da trasporto executive P.180 (acquistati in una precedente operazione statale di salvataggio) e la certificazione dell’APR P.1HH, Una cifra assai vicina a quei 766 milioni originariamente previsti per lo sviluppo e acquisizione di 20 droni MALE P.2HH (velivolo richiesto dall’Aeronautica Militare per le sue esigenze operative ma purtroppo cancellato per scelta politica).

Appare quindi evidente che tale investimento risponde a iniziative puramente politiche. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/mondo-militare/spese-la-difesa-le-vecchie-abitudini-sono-dure-morire

 

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