Libia: Otto pescatori italiani sono in stato di fermo da tre settimane

Roma, 21 Set 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Rossana Miranda – Sono in stato di fermo a Bengasi per ordine del governo del generale Khalifa Haftar. Segue. – È sempre più complesso il caso dei due pescherecci italiani trattenuti il 1° settembre a Bengasi dal governo del generale Khalifa Haftar. Dalle imbarcazioni sono stati fermati otto pescatori italiani (sei si trovano in una villa, due a bordo delle navi) e altri 10 colleghi di altre nazionalità.

Un ufficiale dell’Esercito nazionale libico, il generale Khaled al Mahjoub, ha confermato che i cittadini italiani sono indagati dalla Procura libica.

L’agenzia Nova ha riferito che la principale accusa è di essere entrati senza autorizzazione nella zona di pesca esclusiva della Libia (non riconosciuta da Paesi terzi, ma dichiarata unilateralmente a partire dal 2005 fino a 74 miglia dalla propria costa, in contrasto con le norme di diritto del mare). È atteso un esame di quanto rinvenuto a bordo dei pescherecci.

In Libia è frequente il fermo di pescherecci stranieri e del loro equipaggi, ma di solito si risolve in pochi giorni. Questa volta, la crisi sta prendendo pieghe politica e non s’intravede la fine. Per l’agenzia Nova è da sottolineare il momento in cui accade questo fermo: proprio il giorno della quarta visita in 10 mesi del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in Libia.

“Stiamo sentendo diversi paesi e attori internazionali che hanno in influenza su quelle parti – ha dichiarato Di Maio nel programma Porta a porta -.

Non accettiamo ricatti. Lavoriamo senza dare tempistiche per riuscire a riportarli a casa (i pescatori, ndr) il prima possibile”. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2020/09/libia-sulla-crisi-dei-pescherecci-italiani/

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