Mondo militare: La bandiera in ginocchio

Roma, 07 Lug 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Paolo Palumbo – Si parla del mondo militare dove, storicamente, la bandiera ha un valore assoluto, sopra ogni cosa; se poi parliamo della bandiera di guerra di un reggimento, allora per essa si può anche morire. (Segue articolo). – Pare strano vedere, in questi giorni, la bandiera italiana sventolare fuori dai bar, sui balconi oppure penzolare da qualche finestra di appartamento. Pare un’anomalia, ma ha un suo specifico richiamo: il calcio.

Ovviamente, in un paese dibattuto se inginocchiarsi o meno per una questione sulla quale non servirebbero gesti eclatanti, ma solo cultura e buon senso, la partita di pallone resta uno dei pochi eventi in cui il popolo italiano interpreta ancora con positività i colori della propria bandiera.

In questa baraonda di entusiasmo, provocato dagli undici di mister Mancini, anche il mondo politico è in attesa di premiare i suoi eroi in calzoncini corti: qualsiasi sia il risultato, bene inteso.

Però esiste un mondo, meno affollato, dove la bandiera tricolore cadenza i ritmi della giornata: dal mattino in cui viene issata su un pennone sulle note dell’Inno nazionale, fino alla sera quando viene ammainata di fronte ad un picchetto tutt’altro che inginocchiato, bensì sull’attenti in segno di rispetto.

Si parla del mondo militare dove, storicamente, la bandiera ha un valore assoluto, sopra ogni cosa; se poi parliamo della bandiera di guerra di un reggimento, allora per essa si può anche morire.

Nelle guerre del passato, conquistare lo stendardo di un reparto avversario, equivaleva ad una vittoria senza precedenti, come del resto impedire che la stessa venisse catturata era questione di vita o di morte. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/la-bandiera-ginocchio

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