Politica internazionale: Il caso “Diciotti 2”

Roma, 22 Ago 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Fabio Caffio – Un nuovo caso Diciotti: vediamo cosa è successo. – La gestione quotidiana del salvataggio (SAR) dei migranti riserva sempre nuove sorprese. Il quadro di situazione giuridico-diplomatico appare costantemente in movimento senza raggiungere mai un ordinato assetto governato da regole certe e condivise.

Libia e Malta hanno più volte cambiato negli ultimi tempi il loro approccio. L’Italia appare caratterizzata da linee di frattura governative tra l’Interno ed i Trasporti per via del modus operandi adottato dalla nostra Guardia costiera nell’interpretare/applicare le norme vigenti che regolano la sua missione istituzionale.

E’ giunto inaspettato, in effetti, il recente rifiuto di Tripoli di essere il luogo sicuro di sbarco (POS) delle persone raccolte dall’Aquarius, dopo aver assunto a giugno piena titolarità delle prerogative SAR nella sua zona di responsabilità, e dopo aver accolto i migranti ivi salvati dal rimorchiatore Asso 28.

Apparentemente, la Libia potrebbe aver fatto questa scelta-pur continuando a coordinare i soccorsi- come reazione alle polemiche internazionali sul mancato rispetto dei diritti umani.

In realtà, si può anche immaginare che sia stata l’imbarcazione dell’Ong ad interpretare come un rifiuto le incerte comunicazioni con il centro di soccorso (IMRCC) tripolino.

Molto apprezzato è stato invece il ruolo di Valletta nell’ottenere il ricollocamento delle persone sbarcate provvisoriamente dallo stesso Aquarius, anche se si coglie una sottile astuzia nell’annunciare l’adesione dell’Italia, prima di un nostro comunicato, nonostante il rifiuto preannunciato dal Ministro Salvini. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.analisidifesa.it/2018/08/il-caso-diciotti-2-tra-politica-internazionale-e-ambiguita-giuridiche/

 

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