Roma, 19 Dic 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Il Gom (Gruppo Operativo Mobile) della Polizia Penitenziaria, istituito nel 1997, è l’unità speciale preposta al delicato compito della custodia e controllo dei detenuti ad altissimo indice di pericolosità, ovvero sottoposti all’art. 41bis O.P. Segue. – Intervista al Generale di Brigata Mauro D’Amico, direttore del Gom con decennale esperienza sul campo, che propone un’analisi approfondita delle mafie nel mondo delle carceri.
L’arresto dei mafiosi è il risultato di complesse investigazioni, di sinergie tra procure e Forze dell’ordine. Nel momento in cui la notizia si diffonde, plauso e riconoscimento. La soddisfazione dello Stato e dei cittadini. Poi cala il sipario.
Nel momento in cui si varca la soglia del carcere, scatta la dimenticanza. Dal “devono stare lì tutta la vita” al “basta che stiano in carcere” si perpetua un oblio che non vuole riconoscere come l’arresto della criminalità organizzata apra una nuova e complessa linea del fronte, quello del mondo carcerario.
L’istituto del 41bis, temuto dalle mafie, strumento discusso eppure efficace, è quanto di più complesso da gestire, comprendere, interpretare e affrontare che un Corpo di Polizia debba fare.
Il Gom (Gruppo Operativo Mobile) della Polizia Penitenziaria, istituito nel 1997, è l’unità speciale preposta al delicato compito della custodia e controllo dei detenuti ad altissimo indice di pericolosità, ovvero sottoposti all’art. 41bis O.P.
Le mafie si combattono, ma la lotta contro la criminalità organizzata finisce quando queste sono consegnate alla giustizia, oppure la lotta alle mafie continua anche nelle carceri, e come avviene questo contrasto? L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.poliziapenitenziaria.it/carcere-41bis-la-linea-del-fronte-intervista-al-generale-mauro-damico/?fbclid=IwAR2YfndUEiebgj77n33C2evBDdaSKOWl03KwyQi6fGzn7ugnC498WDa_pDc