Roma, 07 Set 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Di Grazia – E’ stato un importante sforzo di solidarietà non solo dei militari, ma anche da parte delle famiglie e di associazioni e civili. (Segue articolo). – Continuano al ritmo di 125 persone per volta i trasferimenti dei profughi afghani da Sigonella all’aeroporto americano di Philadelphia. I boeing 737 della linea civile “American” accolgono i gruppi di civili che, negli ultimi 20 anni, hanno collaborato con i militari inviati dal Pentagono nella “polveriera” dell’Afghanistan, adesso esplosa con l’arrivo dei talebani e le infiltrazioni dei miliziani dell’Isis K.
Il ponte aereo con la Sicilia è iniziato dieci giorni fa nell’ambito dell’operazione “Allies Refuges”, in tandem con la base friulana Usaf di Aviano. I 4mila ospiti attualmente presenti si trovano all’interno di un enorme hangar, con lettini militari e generi di prima necessità.
Possono riunirsi in due grandi tende per la preghiera ed effettuare visite mediche: tutti sono già stati sottoposti al test anti-Covid ed i casi positivi sono stati subito isolati secondo la prassi prevista attualmente in Italia. Moltissimi i minorenni, tra cui anche due ragazzi di 14 e 16 anni: sono già inseriti in una lista specifica ed il loro destino si deciderà una volta arrivati negli States.
“E’ una importante operazione che necessità di un grande apparato che sta funzionando benissimo – commenta Howard Lee Rivera, comandante dell’aeroporto dell’aeronautica militare italiana di Sigonella – Noi abbiamo la struttura logistica adeguata perché la base è idonea ad accogliere un numero così alto di persone”.
“Vorremmo non farli partire – spiega il contrammiraglio Scott Gray, comandante per la Marina Usa Regione Europa e Africa e Centrale – Questa operazione è stata una grande esperienza emotivamente molto bella. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.cataniatoday.it/video/operazione-allies-refuges-nas-sigonella-profughi-catania.html