Roma, 30 Set 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Stefano Pioppi – Il messaggio del sottosegretario alla Difesa. Seguiamo. – No ai tagli alla difesa. Sì agli investimenti in un settore strategico. È quanto emerge dalle parole del sottosegretario di Stato alla Difesa, in quota Lega, Raffaele Volpi, intervenuto sul tema delle spese militari nel giorno in cui il Corriere della Sera ha riportato del presunto screzio tra il vice premier Luigi Di Maio e il ministro Elisabetta Trenta sul programma di acquisizione dei missili per la difesa aerea Camm-Er.
In brusco modo, il primo avrebbe chiesto alla seconda di fermare l’acquisto di munizioni già scelte (dopo attente valutazioni tecniche) e necessarie per garantire la protezione da numerose minacce dal cielo dopo il 2021, quando le batterie di Aspide, già obsolete dopo quarant’anni di onorato servizio, cesseranno la loro operatività.
I NUMERI DEL COMPARTO. Un monito a fare attenzione al comparto è arrivato da Volpi. “Il comparto industriale dell’aerospazio e difesa fattura più di 14 miliardi di euro all’anno, corrispondenti allo 0,8% del nostro Pil, tendenzialmente in crescita, ed è fonte di ricerca ed innovazione”, ha ricordato il sottosegretario, supportato in questo da numerosi studi in materia, compreso l’ultimo realizzato da Ambrosetti-Leonardo. Il settore della difesa, ha aggiunto Volpi, “dà occupazione ad oltre 44mila persone, che salgono a più di 110mila se si considerano anche indotto ed altri impatti indiretti”.
C’è poi la questione del gettito fiscale: “Le aziende pagano tasse allo Stato per non meno di 4,5 miliardi; perciò, trattare le spese militari come uno spreco di risorse non ha senso”. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2018/09/volpi-difesa-industria/