Roma, 21 Ott 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – (Fonte ilfattoquotidiano) – Alla radice del suicidio ci sono varie concause, fra tutti “il disturbo post traumatico” causato da eventi particolarmente stressogeni. Segue. – Si tratta del fenomeno dei suicidi tra le forze armate e di polizia nel nostro Paese, che ha assunto negli anni caratteri inquietanti: dal 2014 al 2019 sono stati individuati dal Osservatorio nazionale suicidi nelle forze dell’ordine (Onsfo) dell’associazione Cerchio Blu un totale di 258 suicidi.
Il numero più alto si è verificato nella Polizia di Stato (74 casi) e nei Carabinieri (74), seguono la Polizia Penitenziaria e la Polizia Locale (40 casi) e la Guardia di Finanza (30 casi).
L’anno con il numero più alto di suicidi, invece, è il 2019, con ben 58 in totale. Più di un caso a settimana, quando in rapporto sono invece 9,8 casi per 100.000 operatori delle forze dell’ordine, rispetto ai 5 casi di suicidio per 100.000 abitanti registrati nella popolazione generale italiana.
Mentre fino a ottobre 2020, secondo l’Osservatorio suicidi in divisa (Osd), nato per raccogliere le testimonianze dirette di amici e famiglie dei deceduti, sono già più di quaranta i suicidi tra il personale militare e delle forze dell’ordine.
Non esistono dati certi. L’assenza di registri amministrativi, per questo genere di morti, in tutte le divisioni coinvolte rende il range di casi oscillante, determinando una differenza tra i valori reali e i dati raccolti. Soldati, poliziotti o carabinieri di cui si perdono tracce e storie, perché i vari corpi dello Stato non vogliono assumersi alcuna responsabilità.
Uomini e donne che sotto la divisa nascondono la propria fragilità, per difendersi dalle pressioni di un ambiente coercitivo per natura. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.poliziapenitenziaria.it/la-lunga-strage-silenziosa-degli-uomini-e-donne-in-divisa/