Roma, 11 ottobre 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Il caso riguarda due giovani poliziotte poi escluse dal copro per avere dei tatuaggi, anche la corte europea da torto alle due ragazze.
Sara e Valeria volevano fare le poliziotte, ma il loro sogno è destinato a restare tale: colpa di alcuni tatuaggi sul corpo, in particolare sul polso, rimossi col laser ma ancora appena visibili, che costarono a entrambe l’esclusione dal concorso per entrare in polizia. Il bando risale a maggio 2017 e indicava tra le cause di non idoneità la presenza di tatuaggi su parti del corpo non coperte dall’uniforme, come indicato dall’articolo 3.1 del decreto del ministero dell’Interno n. 198 del 30 giugno 2003.
Valeria e Sara si iscrivono per partecipare e nel frattempo cominciano un trattamento laser per rimuovere i tatuaggi che hanno sul polso. Ma il giorno della visita medica, nell’aprile 2018, sono ancora visibili delle tracce, e le due donne sono escluse dal concorso. Le due candidate non si arrendono e fanno ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’annullamento della dichiarazione di inammissibilità e della loro esclusione dalla competizione, e inoltre, in via cautelare, la sospensione di tali atti.
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