Una storia: Diario di una recluta

Roma, 03 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Tronci – Leggiamo nel testo seguente – Sveglia all’alba, anfibi lucidi e di corsa a fare il “cubo”, in attesa dell’alzabandiera che sancisce l’inizio delle attività. Comincia così la mattina per la maggior parte dei soldati italiani nelle diverse caserme del Paese e sarà questa la routine – più o meno straziante – che attende i ragazzi e le ragazze del 3° blocco 2018 dell’Esercito Italiano prossimi alla partenza.

Per capire cosa spinge un giovane ad arruolarsi nelle Forze Armate, abbiamo chiesto a F.P. – ex Caporale – di raccontarci la sua storia in più puntante, ripercorrendo la sua esperienza dall’arruolamento fino al congedo.

«Ho scelto di arruolarmi come volontario nell’Esercito Italiano perché fin da bambino sono stato attratto dal mondo delle Forze Armate e perché desideravo fortemente vivere l’esperienza di vita militare.

Tra il 2008 e il 2009 il sistema dei volontari in ferma prefissata era in piena fase di attuazione, e per quanti coltivavano l’aspirazione della carriera militare c’era un passaggio necessario: presentare domanda come VFP1, ovvero volontario in ferma prefissata di un anno.

6-22Nonostante le resistenze familiari e le critiche di amici e conoscenti, ho deciso di iniziare l’iter selettivo per entrare a far parte dell’Esercito – nel 2° blocco 2009 – con prevista incorporazione a fine maggio.

Dopo mesi di trafile burocratiche e visite mediche, a metà maggio è arrivata la tanta agognata “lettera di convocazione” per Capua, in provincia di Caserta, sede del R.A.V. (Reggimento Addestramento Volontari), da dove sarebbe iniziato questo interessante capitolo della mia vita. L’articolo completo prosegue qui >>> https://ecointernazionale.com/2018/09/27/diario-di-una-recluta-linizio/

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