Afghanistan: Uscire o restare? Il punto di Claudio Bertolotti (Cemiss)

Roma, 04 Ago 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Emanuele Rossi – Usa fuori dall’Afghanistan ma con un occhio agli interessi strategici nel Paese. Segue. – Secondo alcune informazioni ottenute dal Washington Post, gli Stati Uniti si stanno già preparando a ritirare parte delle truppe dall’Afghanistan come mossa all’interno di un negoziato con i Talebani per raggiungere un accordo di pace e porre fine a un impegno che per gli Usa dura da 18 anni.

“C’è chiaramente la necessità per il presidente Donald Trump di tenere fede alle promesse elettorali in vista della rielezioni del 2020″, ci spiega Claudio Bertolotti, analista del Cemiss e direttore di Start InSight, tra i massimi esperti europei sull’Afghanistan, in libreria con “Afghanistan contemporaneo. Dentro la guerra più lunga” (editore Start InSight).

“Trump – continua Bertolotti – sta recuperando sul grande errore strategico di Barack Obama, che nel 2011 annunciò l’aumento delle truppe in Afghanistan a 140mila unità ma dando un tempo per il ritiro di 18 mesi.

Alla scadenza, i soldati americani lasciarono il paese in massa e questo si portò dietro un sostanziale collasso delle strutture di sicurezza, con i talebani che avevano soltanto rimandato le loro offensive”.

RIDUZIONE DELLE UNITÀ NATO. Secondo Bertolotti comunque si tratterà di una riduzione, e non di un ritiro completo, che riguarderà soltanto una delle due missioni che gli americani hanno nel paese, quella che va sotto il nome Resolute Support e che si inserisce nel quadro Nato: “È una missione molto importante per l’aspetto della comunicazione e del collegamento con il comparto della sicurezza locale, anche se è stata modificata in corso. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2019/08/afghanistan-ritiro-usa/

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