Roma, 12 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Ilaria Sacchettoni e Redazione Roma – Colpo di scena al processo bis per la morte del geometra trentenne: il militare imputato di omicidio preterintenzionale chiama in causa due colleghi. (Segue articolo). – Colpo di scena al nuovo processo istituito per la morte di Stefano Cucchi. Uno degli imputati, il carabiniere Francesco Tedesco, ha ammesso il pestaggio del trentenne morto all’ospedale Pertini.
Non solo: Tedesco ha anche chiamato in causa i suoi colleghi dell’Arma, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro , coimputati per l’omicidio preterintenzionale del geometra arrestato per spaccio di droga il 15 ottobre 2009 e morto in ospedale una settimana dopo.
«Fu un’azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore» ha detto Francesco Tedesco.
«Spinsi Di Bernardo – aggiunge – ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra». Sotto processo ci sono anche Roberto Mandolini (accusato di calunnia e falso) e Vincenzo Nicolardi (accusato di calunnia).
Il pestaggio «azione combinata». Tedesco ha detto di essere stato presente al pestaggio, ma di non aver sferrato materialmente colpi a Cucchi. Anzi, avrebbe detto ai suoi colleghi di smettere e soccorso Cucchi. «Il mio assistito si è lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, lo ha soccorso e lo ha poi difeso» ha detto Eugenio Pini, difensore di Tedesco. L’articolo completo prosegue qui >>> https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_ottobre_11/caso-cucchi-carabiniere-francesco-tedesco-confessa-pestaggio-b9881320-cd37-11e8-9cab-4f8a118e4830.shtml