Pisa, 12 Ago 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marta Silvestre – La mamma di Emanuele, il fratello Francesco e l’amico Carlo Garozzo raccontano chi era il 26enne morto mentre prestava servizio con la Folgore. (Segue articolo e video). – Di Emanuele Scieri, il militare siracusano morto nella caserma Gamerra di Pisa il 13 agosto 1999, si parla molto negli ultimi giorni, dopo i clamorosi sviluppi dell’indagine della Procura toscana che indaga su tre suoi commilitoni, a distanza di 19 anni.
Una vittoria per la famiglia e gli amici che non hanno mai abbassato la guardia. MeridioNews da tempo segue la vicenda a cui ha dedicato uno speciale. E oggi che la verità appare più vicina, è utile ripercorrere con puntualità quanto successo in questi due lunghi decenni.
21 luglio 1999. Emanuele Scieri prende il treno per raggiungere Firenze, dove si trova la caserma Lupi di Toscana per iniziare il centro addestramento reclute.
7 agosto 1999. Terminato il periodo di addestramento Scieri presta giuramento.
13 agosto 1999. Emanuele viene trasferito in pullman alla caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento per paracadutisti, dove avrebbe dovuto effettuare il corso per acquisire il brevetto di paracadutista.
Durante il viaggio sono stati accertati episodi di nonnismo (reclute costrette stare sedute nella posizione della sfinge sull’autobus con finestrini chiusi e aria condizionata calda accesa).
Dopo cena Scieri esce in libera uscita con alcuni commilitoni. Alle 22.15 circa, Emanuele rientra in caserma in compagnia dei commilitoni. Con Stefano Viberti – che diventerà poi il supertestimone – si attarda a fumare una sigaretta lungo il viale che costeggia il muro perimetrale della caserma, in prossimità della torre di asciugatura dei paracaduti. L’articolo completo prosegue qui >>> http://meridionews.it/articolo/68478/il-caso-scieri-tutte-le-tappe-verso-la-verita-mamma-e-amici-raccontano-chi-era-lele/