Roma, 27 Gen 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Rosa Scognamiglio – La pandemia del coronavirus raccontata da un infermiere italiano bloccato in Cina. Segue. – Decine di contagi, centinaia di persone in quarantena e un viavai ininterrotto di ambulanze. Sono giorni drammatici a Wuhan dove l’incubo del coronavirus sta mettendo a dura prova 11,08 milioni di abitanti.
Ma se il dramma raccontato dai media di tutto il mondo lascia trapelare il sentore di unìepidemia ben più pericolosa di quella ad oggi pronosticata, le immagini diffuse dai telegiornali locali fugano ogni dubbio: la situazione è al collasso. Si vive nell’attesa, col fiato sospeso, in una città fantasma.
Lo sanno bene i medici dell’ospedale di Wuhan tramutati in veri e propri eroi di guerra per far fronte ad un’ emergenza che vacilla nell’incertezza lasciando poco spazio alla speranza.
Le energie cominciano ad affievolirsi e le risorse a scarseggiare. “Servono mascherine e camici monouso, con urgenza assoluta – spiegano l’infermiere italiano Francesco Barbero e il medico cinese Xiaowei Yan in un appello raccolto dalla rivista Medical Facts – Avevamo già detto che le scorte stavano finendo e le misure di razionamento – una tuta e due mascherine per 12 ore di lavoro – non sono bastate per coprire l’attesa di nuovi rifornimenti.
Stamane siamo riusciti a strappare gli ultimi fondi di magazzino da amici a Tianjin, da inviare all’ospedale con cui entrambi collaboriamo. I fornitori hanno comunque confermato che gli stock sono esauriti a livello nazionale”. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirus-racconto-infermiere-italiano-wuhan-1817108.html