Roma, 11 Nov 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Stefano Stefanini – Chi chiedeva “autonomia strategica” rimarrà deluso, anche se emerge un documento qualificante per l’Unione. (Segue articolo). – Joe Biden l’ha caldamente raccomandata nel blitz europeo fra Roma e Glasgow. La Difesa europea trova ora la sua bussola. La fornisce lo Strategic Compass, con cui l’Ue si candida a un ruolo nettamente accessorio nella sicurezza europea, ma comunque non trascurabile e, soprattutto, realizzabile in tempi ragionevoli.
Chi chiedeva “autonomia strategica” rimarrà deluso; l’autonomia resta anni luce distante anche con la nuova bussola. Sarebbe meglio non parlarne più. Chi, su entrambe le sponde dell’Atlantico, vorrebbe una più equilibrata divisione di responsabilità per la difesa fra europei e americani, trova invece un punto di partenza.
Il documento viene alla luce dopo un esercizio durato circa due anni. Non è definivo. Dovrà essere approvato dagli Stati nella prima metà del 2022, sotto presidenza francese che, prevedibilmente, ne farà un cavallo di battaglia. Ma, per quanto Emmanuel Macron possa cercare di valorizzarlo come rinnovato impegno dell’Unione per difesa e sicurezza, proprio lo Strategic Compass rivela i limiti di questa difesa europea.
E questo è forse il suo maggior pregio. Traccia un quadro realistico del possibile ruolo dell’Ue nella sicurezza europea quanto a capacità di cui dotarsi, missioni da intraprendere e cooperazione con altre organizzazioni internazionali, a partire dalla Nato.
Rovesciando l’ordine, è chiaro che l’Ue si colloca in una funzione integrativa dell’esistente architettura. Solo la Nato può continuare a credibilmente difendere l’Europa. Se l’Alleanza ha l’encefalogramma piatto, non è l’Ue che possa, o voglia, sostituirvisi. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2021/11/strategic-compass-ue-stefanini/