Roma, 28 Lug 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Massimo Giuliani – Basta effettuare una piccola ricerca per immagini su internet per notare un fattor comune nella propaganda. (Di seguito l’articolo). – Nel Mare Magnum dell’offerta di corsi di Difesa Personale è giunto il momento di istillare qualche pillola di saggezza per fare chiarezza e, forse, tutelare qualche sprovveduto.
Attualmente in Italia siamo invasi da una miriade di attività inerenti, affini o paragonabili a quello che il sistema sociale denomina “Difesa Personale”. Spesso le Associazioni che si pongono come riferimento dell’ambiente promuovono iniziative partendo dall’immagine cercando di far leva sul fascino di un nome.
Basta effettuare una piccola ricerca per immagini su internet per notare un fattor comune nella propaganda: maestri, quasi sempre vestiti di nero, con abbigliamento aderente per enfatizzare muscoli scolpiti e visi contratti, sembrano parafrasare sceneggiature di Fiction Televisive che trattano argomenti delinquenziali.
Non contenti, arricchiscono i messaggi con loghi evocanti teschi, gladi, figure riconducibili ad un paramilitare che fa tendenza ed espande l’ego.
Generalmente questi pseudo insegnanti provengono (almeno ce lo auguriamo) da settori marziali come Judo, Lotta, Karate ed altre arti e concludono la loro espressività scenica con mimetiche, pugnali e pistole: coreografici stili di machismo guerrafondaio diseducativo e per nulla professionale.
In questo poliedrico scenario si riempiono le palestre, a volte le scuole, spesso parchi pubblici, veicolando insegnamenti sull’autodifesa mascherati talvolta da precetti salutistici (sia fisici che mentali).
Un attento osservatore, conscio delle differenze che caratterizzano i veri format della difesa personale, rimane incredibilmente colpito dalla massa di sedicenti trainer della domenica chiedendosi: “perché nessuno controlla?”, “perché nessun organo si propone di verificare la qualità di un insegnamento offerto?” L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/insegnare-difesa-personale-o-insegnare-prevenzione-nella-difesa-personale