Difesa: Spesa militare italiana all’1%

Roma, 18 Feb 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Nones – L’Italia è da sempre fra i Paesi Nato che spendono di meno per la difesa. Seguiamo. – La ragione principale va probabilmente ricondotta alla mancanza o, per lo meno, alla scarsa cultura della difesa e della sicurezza nel nostro Paese.

Durante la Guerra Fredda una parte significativa della nostra opinione pubblica era convinta che la reciproca deterrenza fra Nato e Patto di Varsavia, insieme all’ombrello nucleare americano, avesse definitivamente allontanato rischi e minacce nei nostri confronti.

Successivamente, l’implosione dell’Urss e delle sue alleanze ha continuato a favorire questo atteggiamento, alimentato anche dall’area pacifista, molto radicata nel mondo cattolico e in quello della ‘sinistra’, oltre che in quello sindacale.

È solo con l’attacco terroristico dell’11 Settembre 2001 e con l’intervento in Afghanistan che è un po’ cresciuta la consapevolezza che la nostra sicurezza non era scontata e che per tutelarla bisognava impegnarsi insieme ai nostri alleati per stabilizzare le aree di crisi dove si organizzava il terrorismo islamico e, nello stesso tempo, rafforzare le nostre capacità di difesa e sicurezza, rendendo più efficienti le nostre Forze Armate.

Ma questo non ci ha portato ad accettare che bisogna puntare ad allinearsi con i nostri partner investendo maggiori risorse finanziarie e riformando radicalmente lo strumento militare.

L’impegno in ambito Nato. L’impegno assunto nel vertice della Nato del Galles del settembre 2014 di spendere per la difesa entro il 2024 il 2% del Pil e, al suo interno, il 20% per gli equipaggiamenti è stato disatteso dai Governi Renzi, Gentiloni e adesso Conte, ma con una differenza:  L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.affarinternazionali.it/2019/02/difesa-spesa-italiana-fuoco/

 

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